San Nicolò da Forca Palena
[Forca Palena 1349 - Roma 1449]
Biografia
San Nicolò nacque a Forca Palena il 10 settembre 1349 da buoni e semplici genitori. Il giorno precedente la sua nascita - 9 settembre 1349 la zona fu scossa da un disastroso terremoto che causò lutti e rovine in Abruzzo e in tutta l'Italia centro meridionale. Erano tempi tristissimi quelli in cui il Regno di Napoli era lacerato da lotte continue di predominio e la povera terricciuola di Forca, abbarbicata sulle balze alte e gelide di una zona strategica del Regno, finì per divenire bersaglio di continui saccheggi e distruzioni. In mezzo a tanto sconvolgimento e a tanta miseria in cui sembrava che anche la natura, con le sue invisibili forze endogene si ribellasse alla cattiveria umana, questo nobile figlio, nato in una terra avara come un profumato e solitario fiore alpestre, meditava già da adolescente una vita raccolta e solitaria per dedicare tutto se stesso al bene degli uomini per ricondurli lungo le vie salutari del Signore.
Volendo sfuggire gli orrori dei saccheggi e delle distruzioni che ripetutamente si abbattevano sulla sua terra, quando aveva 34 anni, prese con i suoi concittadini la via di scampo verso Palena, munita di mura e ben fortificato Castello. Quivi furono accolti con fraterno amore, formando una sola famiglia, sotto la paterna autorità del Conte Giovanni di Manoppello. Nicolò divenne concurato della Matrice di Sant'Antonino, circondato da grande stima dal numeroso clero e dai pelenesi che ne ammiravano le alte virtù. Dopo circa venti anni di operoso apostolato in Palena, desiderò una vita più raccolta: perciò si recò a Roma ed entrò nel cenobio di Rinaldo da Piedimonte, presso la chiesa di San Salvatore. Morto Rinaldo, fu eletto, per unanime consenso, suo successore e conservò questo incarico per molti anni. La vita eremitica lo attirava e perciò, in progresso di tempo, si recò a Napoli, dove fondo un nuovo cenobio per gli eremiti di Sperlonga che sì chiamò di Santa Maria delle Grazie Maggiore. Dopo aver lasciato Napoli, ove proseguiva la sua azione di riforma strettamente religiosa col Padre Domenico Pontiano Capece Zurlo, di nobile stirpe napoletana, tornò a Roma ove la sorte lo faceva incontrare con il Beato Pietro Gambacorta di Celenza Valfortore, fondatore della Congregazione di San Girolamo e così le due Congregazioni si unirono.
Papa Eugenio IV che conosceva l'animo e la santità di Nicolò, trovandosi in Fìrenze, lo desiderò in quella città di antica storia, perchè restituisse ad alcuni monaci l'antica disciplina e li adattasse ai nuovi tempi. Ma Nicolò preferì la solitudine che è la beatitudine vera se animata dall'amore totale verso Dio e ritornò a Roma, scegliendo il Gianicolo come sua abitazione, perché lontano da ogni rumore o distrazione. Qui fondava il Cenobio che consacrò a S. Onofrio e qui moriva centenario il 29 settembre 1449. Il profumo delle sue eroiche virtù e la frequenza dei miracoli che richiamava il popolo presso la sua tomba indussero il Papa Clemente XIV a confermare il culto il 27 agosto 1771. Il popolo di Palena acclamò come comprotettore il giorno 14 marzo 1638, prima dei riconoscimenti ufficiali della gerarchia Ecclesiastica. Sulla tomba del Santo fu posta la seguente iscrizione : DIVO NICOLAO - Heremitae Beatae Memoriae - MCCCCXLIX.
Fonti
"Palena nel corso dei secoli" - Mario Como**
**Volume consultabile nella biblioteca del Museo, opportunamente allestita.